Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.

Però ciò che é importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito e` la colla di qualsiasi tela di ragno.

Dietro ogni linea di arrivo c`e` una linea di partenza.
Dietro ogni successo c`e` un`altra delusione.

Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca cio` che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.

Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c`e` in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.

Quando a causa degli anni
non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Pero` non trattenerti mai!

Madre Teresa di Calcutta

Real life

Esiste la luce? Non so
Buio nella mia mente
freddo dentro
un raggio di sole distratto
tange la mia esistenza privo di fiamma
chiudo gli occhi e vado giù
un sogno, un pensiero distratto,
malinconia del passato fanciullo
risa, scherzi, allegria
ora posto non c'è...
Siamo nel mondo reale
folle ruota cingolata
che tutto distrugge
e niente crea.
Agitate notti mi conducono all'alba,
sereno guardo il cielo
esplosione di colori
acqua funesta
culla la mia anima
finito non è
il sogno di speranza
finchè in noi risiede il vero senso della vita:
la continua lotta gratificante contro il niente
il niente che ti pervade, il niente che ti vuole uccidere!
E' arrivato dunque il momento di aprire gli occhi,
senza smettere di sognare,
correre
correre forte,
verso il futuro,
verso l'essere
verso la fine,
che ti aspetta in fondo al tunnel
e ti sorride felice
poichè non ti ha mai visto desistere
ma anzi, continuare a credere

Coraggio

Il coraggio è saper convivere con la propria paura, rispettarla, gestirla...volgere ogni sua forma a nostro vantaggio. Chi non ha paura non è un eroe, è un folle...la paura è il limite, un sottile strato ideale che permette il nostro pensiero, rende possibile la riflessione...il vincente è dunque colui che viaggia a fianco del "fiume delle fobie" non superando la paura, bensì l'insicurezza, la quale è il peggiore di ogni male e si manifesta con il tentennare.

Dicotomia


Buio, luce
morte, vita
sottile linea
insidia
lacrime e dolore
niente può
immobile ira
innanzi ad amore, nota soave
spesso dimenticata da chi, come me,
volta le spalle alla gioia del sogno

Abstract

“Di solito gli uomini
quando sono tristi
non fanno niente: si limitano a piangere sulla propria situazione.
Ma quando si arrabbiano, allora si danno da fare per cambiare le cose.”
(Malcom X)

Life

La vita è una continua lotta contro l'ego,
non esiste vittoria,
si ottiene esclusivamente una secrezione celebrale
nota come APPAGAMENTO;
questo non è quindi un punto di arrivo,
è solo un target fulmineo
di cui il susseguirsi innesca sorrisi...

E' da cercarsi quindi, una condotta di vita volta alla gratificazione del se, in cui la forza d'animo è l'arma e l'intelletto lo scudo, in una realtà volta più ad apparire piuttosto che ad intelligere.

Feelings

Hanno sempre nominato e plaudito alla virtù ma, fino a che non ti senti in corsa, niente e nessuno potrà spiegarti in cosa consista. E’ una cosa che i senti dentro, come un boato di libertà dal profondo, una forza irrompente che nasce dai visceri e si sprigiona come un tuono di energia e felicità. Sempre concentrato, nessuno deve distogliere il tuo sguardo dal tuo obbiettivo che, ogni giorno, grazie a te, alla tua tenacia, si avvicina sempre più. Quando sarai arrivato prefissati qualcosa di sempre più lontano e la tua virtù non finirà. Ti chiederai se sei solo?, non girarti ma ruota appena la tua testa ai lati: “ c’è qualcuno?” Sì, certamente, le persone che veramente ti hanno nel cuore non ti abbandoneranno mai, coloro che si sono perse per la strada erano abbagliate e te ne eri da loro. Nella notte, nell’oscurità risiede la verità, celata forse da un “velo di Maya” che è tuo compito sollevare per mandare in scena il tuo show!” Maligneranno sul tuo conto, sulla tua filosofia, su di te! Non ti fermare, corri, corri, corri sempre più veloce e, se qualcuno ti tende la mano non girarti, ma anzi concedi ciò che di te si merita, concedi lui grazia e gioia per far sognare all’ignaro l’impossibile”.

“La vita e' breve, l'arte grande, l'occasione fuggevole, l'esperimento pericoloso, il giudizio difficile”
(Cicerone)

Crescere

Dal momento della nascita, al primo respiro, oltre a un sacco di eventi fisioanatomici che cambiano materialmente la nostra esistenza avviene un evento imponente, maestoso e miracoloso: si apre il sipario…nuovi suoni, nuovi colori, nuovi odori, accolgono noi, la nostra vita. C’è chi crede che già al momento del concepimento avvenga tutto ciò, ma sebbene dal punto di vista scientifico mi possa trovare d’accordo, mi devo necessariamente discostare da ciò dal punto di vista umano, “vivere” non significa essere un agglomerato di cellule in via di differenziazione, “vivere” non può essere un termine asettico e statico, privo di passione, “vivere” è partecipare, condividere, emozionare e perciò mi sento obbligato a collocare questo termine al di là del sipario… Riflettendo si di ciò non può che entrare nella ruota dei significati un altro termine: nascere. Cosa differenzia questo termine? Non è strettamente legato all’atto in sé, spesso lo sentiamo in altri contesti, in altri momenti, deve essere quindi qualcosa di imponente tanto quanto vivere…

Difatti, ecco, ho la soluzione, chiamo in causa un altro termine: esistere; metto i tre termini assieme e vedo come l’infanzia sia determinante nello scindere il significato dei tre termini base dell’esistenza: “vivere, nascere, esistere”. Con il termine esistere possiamo epurare sia nascere che vivere dai loro significati più meschini, conferiti loro da un mondo irruente, inarrestabile che ha relegato la riflessione alla follia Esistere, è qualcosa di statico, quasi come un diritto, senza dovere, noi esistiamo sin dall’atto del concepimento, esistiamo già quando siamo morula, blastula, embrione e feto; difatti, solo per via riflessa possiamo essere portatori di passione ma noi, in quanto protagonisti della nostra esistenza, siamo solamente un agglomerato cellulare in via di differenziazione ed accrescimento e non comunichiamo, per nostro volere, niente. Nascere è posto al confine tra l’esistenza in quanto tale e la vita quale melting pot di passioni e comunicazione, è un filo che ci collega dal baratro dell’esistenza alla superficie della vita ed è per quello che lo ritroviamo in altri contesti, la parola nascere, battezza un evento non continuativo, offre solamente la scintilla affinché abbia ragion di essere la parola vivere.

Vivere è quindi un bene sommo, una virtù da custodire, un dono che, conferitoci nell’infanzia come un diritto, si dimostrerà nel domani il nostro carburante per la vita, la nostra strada verso l’infinito; di essa dobbiamo imparare le sfumature, le peculiarità, le diramazioni, le debolezze ed i rischi.

“Finché viviamo dobbiamo imparare l'arte di vivere”
(Seneca)

Felice di aver finalmente capito la ragione della mia esistenza mi raggomitolo nuovamente su me stesso, mi nutro del mio intelletto per riuscire a capire come mai, mai prima di ora, mai prima di aver sognato la Ruota di Medicina, sia stato in grado di scindere il messaggio della vita. Immediatamente capisco che il problema non sono io ma è l’ambiente, la realtà quotidiana, la quale cerca ininterrottamente di distruggere sogni, idee, rivoluzioni e ribellioni in un mondo che fondamentalmente non rispecchia nessuno di noi e ci porta ad essere tutti degli androidi che fanno ciò che è cool, fashion o politically correct ed non ci permette di essere come vogliamo e di apprezzare la parola più bella, densa e sinuosa del mondo: vivere.

“Ognuno vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu sei” (N. Machiavelli)

Ritorno quindi al mio obiettivo, alla mia missione, all’est; mi faccio sorreggere dall’aquila e sorvolo i ricordi; ho capito perché esisto, ho imparato il significato di nascere, l’essenza di vivere, ma ancora non ho potuto riflettere su come questi tre termini astratti si possono andare ad intersecare nell’uomo che sono, da dove sono nati i miei ideali, da dove ho forgiato i miei sogni. A proposito di ciò mi salta alla mente una frase che lessi:

“Viviamo tutti sotto lo stesso cielo,
ma non tutti abbiamo lo stesso orizzonte”
(K. Adenauer)

A molti può sembrare una cazzata di un cancelliere tedesco ma se le sue parole le estirpo e le faccio mie, vanno a genio con il mio obiettivo; tutti ci chiediamo o ci siamo interrogati sulla diversità delle persone e dei loro ideali sebbene poi “viviamo tutti sotto lo stesso cielo” e proprio nell’infanzia credo che risieda il punto di snodo verso il nostro personale e privato orizzonte. La nostra vita viene forgiata sulla base delle esperienze infantili che ci fanno apprezzare, tollerare ed interessare determinate cosa a dispetto di altre e come se fossimo piante, ci dirigiamo verso il nostro habitat con un bagaglio di humus ed iniziamo a crescere. Come potevo non essermene ricordato prima, la parola principale che caratterizza l’infanzia è crescere; quell’insieme di trasformazioni, fisiche, chimiche e psichiche che ci portano alla gioventù.

Rifletto…

Immagino la mia vita come un pianale scabro, vuoto al quale “crescere” si riserva il compito di levigare e complementare al fine che diventi una bellissima scultura (non a caso ho scelto come incipit il legno, qualcosa di saldo ma deteriorabile, sarà la gioventù a farlo divenire pietra). Il processo di crescita è un moto turbolento del quale nessun fisico ha tenuto conto ma che è fondamentale. Ora, il bambino, padrone del suo pianale in legno inizia a scegliere gli strumenti e, munitosi di chiodi, martello, seghetti ed tutto il necessario è pronto a forgiare la sua opera, la sua vita. Come un radar di una portaerei in guerra è attento, discreto ma peculiare e pignolo nelle sue decisioni, sta decidendo, sottoforma di gioco, chi vuole essere e chi sarà. Mi chiedo ora cosa differenzia il bambino dall’adulto. Semplice…la spontaneità, la sfrontatezza e l’impavidità; difatti solo gli adulti ed i “grandi” hanno la sensazione di “paura del conosciuto”, il bambino esplora, prova, cade e si rialza senza il bisogno di nascere in un dirompente processo di crescita che lo porterà a discernere il bene dal male, la gioia dal dolore e il buono dal cattivo; l’unica paura del bambino è la mancanza di affetto, amore, il non saper vivere. Passano quindi le stagioni, gli anni e, il piano ligneo, non è più sufficiente; si necessita si qualcosa di solido, imperturbabile ed imponente, forgiato sull’infanzia…mi guardo attorno ma non c’è niente… vedo in lontananza una nube tempestosa che si avvicina, mi abbraccia e mi porta a SUD, alla gioventù.





Non so se arriverò, ma continuo a correre...
ad ogni passo, un sogno diventa realtà!

42,195

Cosa spinge un uomo a soffrire per quarantaduechilometricentonovantacinquemetri? La risposta è semplice quanto complicata; si potrebbero intraprendere disquisizioni filosofiche, tirare in ballo principi biochimici, fisiologici ma tutti ci troveremo d’accordo ad asserire che la forza interiore, mentale e fisica, che ti porta a percorrere la maratona deriva da un unico seme: il senso della sfida.
La maratona è una sfida "contro", contro il tempo, contro le intemperie, contro gli avversari, contro le crisi, contro i crampi, contro il mondo, contro se stessi. Ogni uomo ha una sua sfida da affrontare, ogni volta forse è diversa, perché diverso è il contesto, diverse sono le condizioni psicofisiche, diverse è l’ambiente, diverso è il percorso; ogni volta è una storia a sé; sia nella vita che nello sport ed è proprio nella ricerca dell’estremo, dell’impossibile, dell’unico che nasce la vera soddisfazione, l’appagamento, il sibilo interiore che ti sussura: “ce l’hai fatta”!.
Ho sempre immaginato lo sport come uno spaccato della società , come il campo di allenamento dove perfezionare mente e corpo, dove ritrovare i principi di un mondo sfibrato, tiranno, incombente. Quando intrapresi la “mia sfida” sapevo di non essere fra i primi, quelli sono i campioni, quelli che la maratona ce l'hanno hanno nelle gambe e nella testa; quelli che fanno notizia; io ero dietro di loro, nuotavo nel mare magnum degli "altri", degli "ultimi", di quelli che il traguardo se lo guadagnano con cattiveria, di quelli che sono e saranno sempre vincitori, non perché atleti d’elitè, ma semplicemente perché in loro risiede la grinta ed il coraggio di un guerriero, di un leone, che non si è mai arreso, ha combattuto per il suo sogno e, passo dopo passo, è andato ad afferrarlo, a prenderlo e l’ha fatto suo.D’ora in poi, quando sbalorditi mi chiederanno: “ma chi te la fa fare?” non cercherò più una risposta, ma sorriderò divertito innanzi a chi non ha ancora scoperto che non solo nello sport, ma soprattutto nella vita, qualsiasi cosa conquistata con la fatica, con il sudore, ha un gusto diverso, permeante, che si insinua dentro, per sempre!

Grazie


Sale il silenzio, all’alba, al tramonto
un sogno ignavo pervade la mente
pensieri, parole, musiche di mondi lontani,
eterei,
senza né forma, né carattere
circondano la mia esistenza
rendendo grazie in un fiume di sensazioni
all’immagine di te

Sfida

Silenzi e gorgheggi
Il vento si insinua
Fitti ed impauriti attimi
Meltin pot di sensazioni
Portano il cuore e la mente
Là, dove il sogno diventa realtà
Relegando al presente
La sfida per la vita
Chi ha paura di sognare è destinato a morire
(Bob Marley)
Sono le cose semplici che mozzano il fiato. (M.K.Gandhi)